Appello Urgente per India e la sua famiglia

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Appello Urgente per India e la sua famiglia

AL PRESIDENTE DELLA CONFEDERAZIONE SVIZZERA, ON. IGNAZIO CASSIS
AL CONSIGLIERE DI STATO, ON. RAFFAELE DE ROSA
AL VESCOVO DI LUGANO, SUA ECCELLENZA VALERIO LAZZERI

India non esiste. India vive, ma non esiste. India vive da dieci anni in Ticino, ma per lo Stato non esiste: non è una sua cittadina. Punto. Eppure, non può smettere di respirare, di crescere, di integrarsi nel territorio che, nel frattempo, è diventato casa sua. Ormai conosce meglio l’italiano della sua lingua madre, ha stretto amicizie, va a scuola. Un
unico statuto difatti le è riconosciuto: essere un’allieva, e che allieva! Tutti i docenti la ricordano con affetto, dalle elementari di Biasca alle medie di Pregassona e di Morbio Inferiore. Anche adesso, al Centro professionale commerciale di Chiasso, è considerata un’alunna impegnata e solare.

Tuttavia, una volta terminati gli studi, presto India non esisterà più, così come è successo a suo fratello maggiore Nurhusien, la cui vita è stata privata di tutto: un posto di lavoro (che aveva trovato, avendo terminato con successo il suo apprendistato), gli amici, pure i compagni del calcio…

India, Nur e la loro madre Munaja possono però esistere anche per un’altra ragione: sono delle persone amiche, a cui si vuole bene. Nonostante i traslochi forzati, questa famiglia si è integrata, perché è straordinariamente resiliente e amabile. Tutto l’affetto e la stima nei loro confronti sono stati dimostrati dalla ex docente di classe che aveva lanciato un accorato appello prima di Natale, sperando in un miracolo: il miracolo di una legge che contemplasse l’amore.

Vi scriviamo dunque questa lettera aperta per appellarci a voi: una persona che vive qui in Ticino, con la madre e il fratello, è in pericolo e ha bisogno urgente di aiuto. Avviene dalle nostre parti, non possiamo voltare loro le spalle, non possiamo fare finta di niente.

A questa piccola famiglia, originaria della fascia di confine tra l’Etiopia e l’Eritrea, è stata rifiutata la domanda di asilo, richiesta però che era stata presentata dieci anni fa! India e i suoi familiari non possiedono documenti, di fatto sono apolidi, perché nessuna delle due nazioni li riconosce come loro cittadini. Per la SEM invece sono etiopi e vanno rimpatriati, perché l’Etiopia è considerato un paese sicuro.

In più, in questi giorni, incombe, concretamente, la decisione del rimpatrio forzato, proprio adesso che in Etiopia la violenza del conflitto va dilagandosi e raggiungendo proporzioni inquietanti: l’ONU ha appena lanciato l’allarme, basandosi su testimonianze di torture, stupri di massa, gravi episodi di brutalità contro la popolazione civile.

Tale, dunque, è la procedura: dopo svariati anni in un limbo, una non-vita di attesa, di incertezza, una donna sola con i propri figli avrebbe dovuto bloccare la sua esistenza in modalità stand-by e ora dovrebbe tornare in una nazione, che non la riconosce come cittadina e in cui sarebbe totalmente sradicata, alla mercé di tutti i pericoli, gli incubi da cui coraggiosamente era sfuggita per tentare di offrire ai propri figli una vita migliore. Dov’è la colpa di tutto ciò? Qual è la colpa di India, Munaja e Nur? Se una persona subisce una tragedia, merita di essere aiutata e protetta, sempre: questo dovrebbe essere uno dei capisaldi indiscutibili delle nostre leggi, del nostro Paese, che ospita l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e l’Alto Commissariato per i diritti umani. Anche grazie alla Dichiarazione universale dei diritti umani, la nostra civiltà si è conquistata dei diritti nel secolo scorso e i nuovi diritti portano con sé l’onere di nuovi doveri.

Lo ha ribadito, con forza e calore, anche Papa Francesco, in visita a Lesbo a inizio dicembre: “il rispetto delle persone e dei diritti umani, specialmente nel continente che non manca di promuoverli nel mondo, dovrebbe essere sempre salvaguardato, e la dignità di ciascuno dovrebbe essere anteposta a tutto. E triste sentir proporre, come soluzioni, l’impiego di fondi comuni per costruire muri, per costruire fili spinati. Certo, si comprendono timori e insicurezze, difficoltà e pericoli. Si avvertono stanchezza e frustrazione, acuite dalle crisi economica e pandemica, ma non e alzando barriere che si risolvono i problemi e si migliora la convivenza. E invece unendo le forze per prendersi cura degli altri secondo le reali possibilità di ciascuno e nel rispetto della legalità, sempre mettendo al primo posto il valore insopprimibile della vita di ogni uomo, di ogni donna, di ogni persona.”

Il nostro Paese, il nostro Cantone, dunque, ha i mezzi per ridare umanità a una situazione divenuta disumana: accordare il permesso di dimora, per caso di rigore, a India, alla sua mamma Munaja e a suo fratello Nurhusien. Dare loro la possibilità, finalmente, per cominciare davvero a vivere la vita, senza più nessuna paura. Un gesto nei loro confronti che si iscrive nella nostra Storia e renderebbe realtà il principio fondante che “la forza di un popolo si commisura al benessere dei più deboli dei suoi membri.”

(Preambolo della Costituzione della Confederazione Svizzera).

PRIMI FIRMATARI

Chiara Simoneschi-Cortesi, Fulvio Caccia, Dick Marty, Vasco Pedrina, Remigio Ratti, Marina Carobbio Guscetti, Gabriele Gendotti, Laura Sadis, Maria e Mario Botta, Daniele Finzi Pasca, Mauro Arrigoni, Bruno Balestra, Don Oliviero Bernasconi, Paolo Bernasconi, Maurizio Binaghi, Rocco Bonzanigo, Mario Branda, Renato Bullani, Marco Cameroni, Myriam Caranzano, Aldina Crespi, Masha Dimitri, Nina Dimitri, David Dimitri, Jacques Ducry, Ivo Durisch, Filippo Ferrari, Morena Ferrari-Gamba, Fabio Fumagalli, Silvana Gargiulo, Markus Krienke, Stefano Lappe, Daria Lepori, Luigi Maffezzoli, Roberta Mantegani, MauroMartinoni, Renato Martinoni, Isabella Medici-Arrigoni, Fabio Merlini, Rodolfo Molo, Stefano Montobbio, John Noseda, Lorenza e Giorgio Noseda-Pedrolini, Franco Plutino, Edo Poglia, Matteo Quadranti, Niccolò Raselli, Giò Rezzonico, Lorenzo Rudolf, Paola Solcà, Ulisse Sutter, Nenad Stojanovic, Claudio Valsangiacomo, Nelly Valsangiacomo, Giordano e Nicoletta Zeli Schaub, Giuseppe Zois, Rosa e Marco Züblin. Nicole Agustoni, Maria Grazia Albertini, Brigitte e Beat Allenbach, Benedetto Antonini, Usman Baig, Danilo Baratti, Carola Barchi, Stefano Bazzi, Bruno Bergomi, Michela Bernasconi, Cristina Bettelini Molo, Anna e Mario Biscossa, Beatrice Biscossa, Micol Bonetti, Rosanna Bonetti, Margherita Bredi, Bea Brenni, Paolo Buletti, Yvone Kocherhans e Giovanni Buzzi, Patrizia Candolfi, Maria Casari,Laura e Antonio Carbone Formenti, Rossana Cardani, Giampiero Casagrande, Ileana Castelletti, Lanfranco Casartelli, Marinella e Mauro Cattaneo, Maria Silva e Fabrizio Ceppi, Massimo Chiaruttini, Francesco Chiesa, Federica Colombo-Casiraghi, Luca Confalonieri, Alice Dermitzel, Piergiorgio De Lorenzi, Pierfranco Demaria, Sabrina e Ilmaz Erbagan, Paolo Farina, Alessandra Felicioni Corti, Maria Rosa Ferrari, Cristina Foglia, Danilo Forini, Eleonora Giubilei, Gabriela Giuria, Marco Grandi, Chris Groh, Gea Helle-Balestra, Beatrice e Francesco Hoch-Filli, Jachen Könz, Viola Könz, Gina La Mantia, Madeleine Leemann e Pierluigi Quadri, Thomas Lechleiten, Vittoria Locatelli, Sofia Luraschi Gomez, Ursina Lys, Davide Macullo, Luca Maghetti, Giorgio Mainini, Natalie Maspoli Taylor, Ornella Manzocchi, Cécile Meier, Ludovica Molo, Marco Mona, Marco Morganti, Stefano Mosimann, Lucia Tramer, Giancarlo Nava, Lucio Negri, Patrizia Pelli-Maspoli, Guido Pedroietta, Stefano Pesce, Pia Pagani, Luca Pianca, Carlo Piccardi, Martine Piffaretti, Monica Pilati, Cristiano Polli Cappelli, Roberto Pomari, Sara Plutino Marti, Daniela e Alessandro Pugno-Ghirlanda, Paola Quadri Cardani, Luciano Rigolini, Tecla Riva, Francine Rosenbaum, Clio e Gabriele Rossi, Isabella Rossi, Claudia e Marco Sailer, Anna Sciancalepore, Sharlen Shari Sassi, Antonio Simona, Michea Simona, Amelia Smithers,Francesca Snider, Enrico e Rosilda Solcà-Soares, Gabriellae Fabio Soldini, Simone Schürch, Giovanna Tabet, Dolores e Rosario Talarico, Francesca e Tiziano Tognina Moretti, Guido Tognola, Giovanni Vergani, Luca Visconti, Caterina Wennubst, Elena Wullschleger, Mara e Nicola Wuhlschleger-Ragusa.

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