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Mamadou B., 19 anni, cittadino guineano di etnia Peul, senza formazione scolastica, celibe. Dopo aver vivacchiato per anni grazie a modesti impieghi nell’economia di sussistenza e nella città di Conakry, ha deciso, col sostegno della famiglia, di emigrare in Europa, dove spera di trovare un lavoro regolamentato. Nel mese di ottobre accarezza inoltre l’idea di ottenere per matrimonio un’autorizzazione di soggiorno in un ricco Paese industriale.

Con i risparmi di tutta la famiglia, Mamadou B. paga un passatore che schizza davanti ai suoi occhi una traiettoria di viaggio per mare alla volta dell’Italia.

Gli stranieri che hanno intenzione di chiedere protezione in Svizzera possono presentare la domanda d’asilo presso ogni rappresentanza diplomatica o consolare svizzera, a ogni passaggio di frontiera e agli aeroporti della Svizzera. Quando la domanda è presentata a una rappresentanza svizzera, l’autorizzazione d’entrata è tuttavia rilasciata soltanto se l’interessato fornisce validi motivi di fuga e dimostra contemporaneamente di avere relazioni con la Svizzera. Ai passaggi di frontiera, l’entrata è autorizzata soltanto se l’interessato espone motivi plausibili di una persecuzione rilevante ai sensi della concessione dell’asilo e il viaggio fino alla frontiera svizzera si è svolto senza soggiorni intermedi non indispensabili. Quasi il 90 per cento dei richiedenti l’asilo entra illegalmente in Svizzera per evitare il rischio di vedersi negata l’entrata in Svizzera da una rappresentanza diplomatica o consolare oppure a un passaggio di frontiera. Se una persona viene fermata mentre tenta di entrare illegalmente in Svizzera, è rispedita nel Paese limitrofo. Di norma, infatti, i richiedenti l’asilo non sono minacciati in nessuno dei quattro Paesi limitrofi della Svizzera.

Come è arrivato in Svizzera?
Mamadou B. parte il 3 novembre, su una nave mercantile, alla volta di Genova. Per il viaggio ha pagato 1000 $ US. Seguendo le indicazioni di un passatore, entra illegalmente in Svizzera a Ponte Chiasso. Sempre su consiglio del passatore, Mamadou B. aveva prima distrutto i propri documenti di viaggio e d’identità.

Indipendentemente da come sono entrati in Svizzera, tutti i richiedenti l’asilo devono annunciarsi presso uno dei ciinque Centri di registrazione (CRP) della Segreteria di Stato della migrazione a Chiasso, Vallorbe, Basilea, Altstätten o Kreuzlingen. All’arrivo nel centro di registrazione, i richiedenti l’asilo devono declinare i dati personali che vengono registrati. In un successivo interrogatorio devono indicare le loro relazioni personali e familiari e spiegare sommariamente i motivi della richiesta d’asilo. In tale occasione sono loro prese le impronte digitali e scattate fotografie. Grazie a tali dati segnaletici è possibile verificare se le persone in questione hanno già presentato una domanda d’asilo in Svizzera, eventualmente sotto un altro nome. La procedura presso il centro di registrazione dura mediamente da cinque a dieci giorni. In caso di domande palesemente immotivate o abusive, ma anche di domande chiaramente accettabili, si può ricorrere a una procedura accelerata. In tali casi, è lo stesso centro di registrazione che decide l’esecuzione dell’allontanamento, rispettivamente l’accettazione della domanda d’asilo. Gli altri richiedenti l’asilo sono invece assegnati a un Cantone fino alla conclusione della procedura d’asilo.

Cosa ha dichiarato in occasione dell’interrogatorio presso il centro di registrazione?
Ahmed H. invia la domanda d’asilo al Centro di registrazione e di procedura di Vallorbe il 25 marzo. Nel corso del breve interrogatorio, Ahmed H. ammette esplicitamente di aver lasciato il suo instabile Paese per motivi economici e politici. Non consegna agli atti alcun documento d’identità. Il 28 marzo, Ahmed H. è assegnato, per la durata della procedura d’asilo, al Cantone di Ginevra.

La competente autorità cantonale o, in casi speciali, la Segreteria di Stato della migrazione procede all’audizione del richiedente sui motivi d’asilo. Durante tale audizione, il richiedente l’asilo deve esporre nella maniera più precisa e completa possibile i motivi della minaccia. Gli viene offerta la possibilità di comprovare con documenti le sue affermazioni. Domande mirate hanno lo scopo di evidenziare eventuali contraddizioni. A tali audizioni sono presenti interpreti e rappresentanti delle istituzioni di soccorso riconosciute. L’audizione è consegnata in un verbale e ritradotta in una lingua comprensibile al richiedente l’asilo. Le affermazioni sono infine verificate dalla SEM. Il verbale dell’audizione è un elemento importante ai fini della valutazione della domanda d’asilo.

Cosa ha dichiarato in occasione dell’audizione?
Il 4 dicembre, Mamadou B. inoltra la domanda d’asilo presso il Centro di registrazione e di procedura di Chiasso (CRP), situato vicino alla frontiera. Durante il breve interrogatorio, Mamadou B. dichiara di non aver mai posseduto documenti nel suo Paese d’origine Sierra Leone: «il mio certificato di nascita l’ho perso durante un attacco alla mia casa …». Sui motivi della domanda d’asilo, l’interrogatore del centro di registrazione annota testualmente quanto segue: «i ribelli sono arrivati e hanno assalito il nostro villaggio, scacciato la gente e distrutto le nostre case …». Dopo che tutti i motivi principali sono stati annotati, Mamadou B. aggiunge: «ho paura di tornare al mio villaggio perché alcuni ribelli continuano a nascondersi nella regione …». Visto che non ha fornito alcun documento e che non ha saputo rispondere ad alcune domande specifiche sul Paese, vi sono seri dubbi sul fatto che Mamadou B. sia veramente originario della Sierra Leone.

La Sezione Analisi, composta dal Servizio Informazione sui paesi e analisi della situazione e dal Servizio LINGUA, è subordinata alla Divisione principale Procedura d’asilo ed è rappresentata a Berna-Wabern.

Servizio Informazione sui paesi e analisi della situazione
È possibile curare il diabete di tipo I e II a Luanda? In Libia esiste un’organizzazione chiamata Abnaa Libya? Nelle prigioni di Welikada in Sri Lanka esiste un settore per le donne? Ogni giorno gli esperti del Servizio Informazione sui paesi e analisi della situazione (IPAS) sono chiamati a rispondere a decine di domande del genere. Si tratta di domande che sorgono nel corso del trattamento di una domanda d’asilo. Le informazioni fornite dall’IPAS sono di fondamentale importanza per la valutazione sia della domanda d’asilo sia della situazione nel Paese d’origine del richiedente l’asilo. Il compito principale dell’IPAS è dunque procurare e trasmettere informazioni sui circa 120 Paesi d’origine delle persone che hanno chiesto asilo alla Svizzera. Gli esperti dell’IPAS rispondono a domande puntuali, offrono aiuto per le ricerche, forniscono rapporti sulla situazione attuale nei Paesi d’origine dei richiedenti l’asilo. L’IPAS si occupa inoltre dell’analisi di documenti d’identità e di documenti.

Servizio LINGUA
Quando la provenienza di un richiedente l’asilo non è nota o è dubbia, esiste la possibilità di far capo al Servizio LINGUA per chiarire il Paese o la regione d’origine o l’ambiente di socializzazione. Tali chiarimenti si rendono necessari perché in Svizzera vi sono numerosi stranieri che non dichiarano la loro identità e/o il loro Paese d’origine alle autorità. Con l’aiuto di esperti esterni indipendenti, il Servizio LINGUA determina l’area di socializzazione del richiedente e consegna i risultati delle indagini in una perizia. Le perizie del Servizio LINGUA si fondano su un’analisi linguistica della lingua parlata dal richiedente l’asilo e su un’analisi geografico-culturale delle conoscenze del richiedente l’asilo. Tali perizie possono accelerare la procedura d’asilo. Se la provenienza indicata dal richiedente l’asilo è confermata, questi può far valere prima e con meno difficoltà i suoi diritti. Nell’ambito dell’esecuzione dell’allontanamento, tali perizie agevolano l’ottenimento dei documenti sostitutivi necessari all’allontanamento stesso.

Il 12 gennaio, Mamadou B. si annuncia alla sede principale della Segreteria di Stato della migrazione a Berna, con l’invito del Servizio Lingua. Un collaboratore lo fa accomodare in un ufficio vuoto e gli comunica che dovrà rispondere a una chiamata telefonica. Dopo breve tempo, il telefono squilla. Mamadou B. alza il ricevitore. Dall’altra parte una persona lo saluta. Segue un colloquio nella lingua madre di Mamadou B.. «Strano, perché mai ho dovuto telefonare con un tizio in Africa?», si chiede ad alta voce Mamadou B. al termine della telefonata. Dopo il colloquio, la persona dall’altra parte del filo, un esperto del medesimo Paese d’origine di Mamadou B. che lavora per il Servizio LINGUA, redige il rapporto. Lo scopo della telefonata è di chiarire il vero Paese d’origine di Mamadou B.. Fondandosi sul modo di parlare e sulle conoscenze geografiche di Mamadou B., l’esperto è sicuro che questi può venire soltanto dalla Guinea. Il rapporto dell’esperto perviene alla persona competente per decidere sulla domanda d’asilo. Questi si vede così confermata da un organo indipendente il dubbio che aveva avuto in occasione dell’audizione di Mamadou B..

La Segreteria di Stato della migrazione (SEM) decide in base alla situazione individuale se va concesso l’asilo, se la domanda d’asilo deve essere respinta o se esistono i presupposti che giustificano l’ammissione provvisoria. Una decisione di non concedere l’asilo consta di tre parti: nella prima gli elementi addotti dal richiedente l’asilo sono riassunti in un’esposizione dei fatti. Nei considerandi è spiegato perché al richiedente non può essere concesso l’asilo in Svizzera. In merito va esaminato il pericolo che il richiedente l’asilo incorre nel suo Paese. Molto importante è la valutazione della credibilità e della rilevanza sotto il profilo dell’asilo degli elementi addotti dal richiedente. Nella terza parte della decisione si tratta di esaminare se l’allontanamento è ammissibile, ragionevolmente esigibile o possibile (LStr). Il richiedente cui è stata respinta la domanda d’asilo può, entro 30 giorni o 5 giorni lavorativi se si tratta d’una decisione di non-entrata in merito (NEM), presentare ricorso contro la decisione di prima istanza davanti al Tribunale amministrativo federale.

Quali sono le decisioni concrete?
La persona competente per decidere sulla domanda d’asilo presentata da Mamadou B. confronta le dichiarazioni delle due audizioni con il risultato dell’analisi scientifica sulla provenienza, effettuata il 10 febbraio dal Servizio LINGUA. Sulla base delle divergenti indicazioni sulla provenienza, per tale persona è chiaro che la storia raccontata da Mamadou B. non può essere vera. Il 1° marzo, dopo che Mamadou B. non si è espresso sull’analisi effettuata dal Servizio LINGUA nonostante esplicito invito da parte dell’UFM, la persona competente per decidere sulla domanda d’asilo pronuncia la seguente decisione: al signor Mamadou B. non è concesso l’asilo. Il che significa che la domanda d’asilo è respinta. Mamadou B. ha nascosto alla Segreteria di Stato della migrazione la sua vera provenienza e la sua identità. È chiaro che la sua storia sulla Sierra Leone non può essere vera perché non ha mai vissuto in tale Paese. Non vi sono motivi d’impedimento al rientro di Mamadou B. nel suo vero Paese d’origine, la Guinea. Ha la possibilità di presentare ricorso contro tale decisione davanti al Tribunale amministrativo federale.

Secondo l’esperienza soltanto al 10 per cento circa dei richiedenti l’asilo è riconosciuto lo statuto di rifugiato. Infatti la stragrande maggioranza dei richiedenti l’asilo non soddisfa i criteri per il riconoscimento della qualità di rifugiato, definiti nella legge sull’asilo. Se, dopo un esame approfondito, respingono la domanda d’asilo, le autorità stabiliscono un termine adeguato entro il quale il richiedente deve lasciare la Svizzera. Nel caso di una decisione materiale, tale termine dura di norma due mesi, visto che le autorità considerano anche la situazione personale del richiedente. Nel caso di una decisione di non entrata nel merito, il termine è molto più breve. La SEM agevola il rimpatrio di chi ha bisogno di aiuto e offre un sostegno anche al Cantone competente per il rimpatrio.

Cosa succederà ora?

Mamadou B. non ha fatto uso della possibilità di ricorso offerta a ogni richiedente l’asilo. Ha evidentemente scelto la via della clandestinità: benché per legge sia tenuto ad annunciarsi regolarmente alle autorità cantonali, il suo attuale domicilio non è noto.


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